I pilastri della Mindfulness

Relax your mind. Full-length shot of caucasian woman sitting in Seated Twist pose, Ardha Matsyendrasana while practicing yoga outdoors, in a garden. Healthy lifestyle and relaxation concept

“La meditazione può trasformare le nostre vite e avere un potere di guarigione profondo. Fa questo lavorando sull’interezza dell’organismo, intervenendo sui nostri cromosomi, sulle nostre cellule, sul nostro cervello, e influenza di fatto tutti gli apparati del corpo, incluso il sistema immunitario e come funziona il cervello sotto stress e nelle situazioni difficili, come regoliamo le nostre emozioni e così via. Stiamo iniziando a comprenderlo solo ora! La meditazione trasforma anche il cervello che, essendo un organo che fa esperienza, cambia continuamente la sua forma, e cambia anche come decidiamo di vivere le nostre vite, e in un certo senso come decidiamo di mantenere le nostre menti. La meditazione cambia infatti non solo le nostre idee, le nostre opinioni, e quanto vi rimaniamo intrappolati dentro, ma di fatto cambia la nostra relazione con i pensieri. E quando guardiamo ai cambiamenti della struttura del cervello, non solo al cervello che funziona diversamente, ma proprio alla struttura del cervello che cambia per effetto della meditazione, vediamo che questa viene reclutata al servizio di una maggiore compassione, equanimità e saggezza e questo lo si può vedere in diverse regioni del cervello che, di fatto, diventano più spesse.” Jon Kabat-Zinn

Jon Kabat-Zinn è una delle figure principali se pensiamo alla diffusione della Mindfulness in generale e, soprattutto nell’ambito terapeutico.

Biologo e Professore emerito di Medicina, con i suoi studi nell’ambito della meditazione ha portato alla nascita del Protocollo Mindfulness Based Stress Reduction, un programma di riduzione dello stress basato appunto sull’uso della Mindfulness, basato su sette principi:

1.    Non giudizio. Quello che emerge durante la pratica (pensieri, emozioni, sensazioni) va osservato senza scendere in una valutazione di tipo buono/cattivo.

2.    Pazienza. La mente può essere particolarmente agitata da pensieri o altro e quindi è consigliabile comprendere e accettare che ogni cosa necessita un suo tempo di maturazione. Anche la meditazione.

3.    Mantenere la mente del principiante. Tenere sempre presente che ogni momento è unico, e che pertanto, ogni momento va osservato e vissuto come se fosse la prima volta. Con lo stesso spirito di curiosità e meraviglia.

4.    Fiducia. Fidarsi di sé, della propria competenza interiore e delle proprie sensazioni nella pratica di conoscenza di sé stessi.

5.    No alla ricerca di risultati. La Mindfulness è una pratica meditativa, e come tutte le pratiche meditative si basa sull’assenza di obiettivi prefissati. La meditazione si basa sul non fare e sull’essere.

6.    Accettazione. Meditare significa anche accettare stati d’animo “negativi”, e imparare a so-stare a contatto con essi. Non rassegnazione, ma consapevolezza.

7.    Lasciar andare. La nostra mente può voler trattenere alcuni pensieri o evitarne altri. La pratica della Mindfulness permette, in questo senso, di osservare queste tendenze e, per questo distaccarci da esse.

Gli studi derivati dalla pratica clinica di Jon Kabat-zinn, portati avanti usando tecniche di risonanza magnetica e valutazioni psicodiagnostiche, hanno evidenziato che questa tecnica meditativa può aiutare con diverse problematiche, tra cui:

·         Dolore cronico;

·         Ansia;

·         Depressione;

·         Disturbo post-traumatico da stress;

·         Ipertensione;

·         Patologie cardiovascolari;

·         Cefalee;

·         Gestione dei conflitti;

·         Problematiche in ambito alimentare.

Nella mia pratica lavorativa utilizzo esercizi di Mindfulness in tantissimi modi diversi e per diverse situazioni. Puoi scoprirne di più leggendo gli altri articoli sull’argomento o scrivendomi per avere qualche info in più!

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